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PROBLEMI E PATOLOGIE

Maledetto “punto nero”!

By Settembre 13th, 20224 Comments

Ciao, bentornato sul mio Blog, in questo periodo di preparazione alle cove sono abbastanza indaffarato con i canarini, ma nonostante ciò sono riuscito a stilare un piano editoriale dove ho scritto una lista di articoli con i relativi periodi di pubblicazione.

Il primo di questa nuova lista (non di questo blog che ne conta più di trenta), riguarda un’annosa vicenda, ovvero la malattia del “Punto nero” o “Black spot”, un argomento che coinvolge tantissimi allevatori di canarini, e che nell’ultimo decennio è stata tra le principali cause della morte di pulli di canarino da 1 a 5/6 giorni.

Infatti questa patologia che ho personalmente incontrato nel primo decennio degli anni 2000, concentra i propri effetti negativi nei nascituri di canarino nei primi 6/7 giorni di vita, riuscendo ad uccidere fino al 70/80% dei pulli riprodotti in un anno.

Cosa è il “Punto nero” o “Black spot”

La malattia del “Punto nero” è un’infezione batterica che riguarda la cistifellea, la quale infiammandosi lascia comparire una macchia necrotica sotto lo sterno del piccolo nella parte destra (sinistra se visto difronte).

Oltre i canarini sono colpiti altri fringillidi.

Nei canarini è presente da almeno 20 anni e, dopo un calo di aggressività dell’ultimo decennio, adesso sembra essere tornata ad influire fortemente sulla morte dei nidiacei nei primi giorni di vita.

Quali sono i sintomi del “Black spot”

Come scritto i nidiacei di canarino colpiti da questa malattia presentano una macchia sotto lo sterno, la quale, se non portasse ad altre complicanze, non sarebbe un grosso problema.

Ahimè non è così, infatti questa macchia rappresenta spesso il preludio a problematiche ben più gravi che spesso portano alla morte del soggetto colpito.

Infatti in un allevamento affetto da questa malattia, una parte delle uova feconde non riesce a schiudersi, la morte embrionale riguarda spesso canarini ormai formati e pronti alla nascita che però non hanno la forza per rompere il guscio.

Io stesso, nel 2005 (un anno dove il punto nero faceva più danni della grandine nel mio allevamento), notavo che le uova fertili accoglievano embrioni vitali fino al 13° giorno, e che gli stessi embrioni anzichè nascere, morivano presentando la famosa macchiolina nera sul lato destro.

La parte minoritaria dei soggetti che riusciva a nascere aveva grosse difficoltà nei primi giorni di vita, pulli affetti da apatia, inappetenza e disidratazione, soggetti che in gran parte non superavano i 6/7 giorni di vita.

Soggetto che manifesta la macchia nera tipica della malattia

La cosa che salta subito all’occhio di questa patologia, oltre alla morte dei soggetti, è la difficoltà nell’accrescimento, difficoltà di sviluppo scheletrico. Soggetti che all’età di 10 giorni ancora si riesce ad anellare tanto siano cresciuti in ritardo.

Come si trasmette la malattia del “Punto nero”

Questa è una malattia molto contagiosa, prova ne è che spesso intere nidiate sono colpite da questa patologia, anche l’allevatore che usa imbeccare i nidiacei con un unico accessorio favorisce fortemente all’espandersi del problema.

I primi portatori sono i genitori, portatori sani (i soggetti stanno visivamente bene).

Personalmente credo che i nidiacei siano già infetti nelle uova e che quindi possa essere una trasmissione verticale dalla mamma ai figli. Certamente anche il padre, portatore sano, durante l’imbecco può potenzialmente essere untore.

La contaminazione esterna dovuta ad un errato stoccaggio delle uova può essere un’altra causa della trasmissione di questa patologia.

Infatti come puoi leggere nel mio articolo Come stoccare correttamente le uova di canarino le uova non sono ermetiche, ed un’eventuale contaminazione del guscio riguarderà anche l’embrione al proprio interno.

Se invece si utilizzano delle balie, le stesse potrebbero essere portatrici sane di “Black spot” e quindi incubando delle uova all’origine “pulite” potrebbero potenzialmente trasmettere l’infezione alle uova e quindi ai pulli che ne nasceranno.

Come curare o almeno prevenire il manifestarsi del “Punto nero”

Ti devo dare una brutta notizia, ad oggi on esiste una cura testata dalla scienza, l’uso di antibiotici come amoxicillina risultano per nulla efficaci, anzi in alcuni casi hanno portato al peggioramento del quadro clinico dei soggetti curati con questa molecola.

E quando non si arriva ad una cura, non resta che evitare di portarsi dentro la malattia, in poche parole fare prevenzione.

Igiene generale, dei nidi, degli accessori che si utilizzano per l’imbecco e della gabbia sono cose che limitano il proliferarsi di qualsiasi problema, compreso il Black spot.

Soggetti sani e affamati (Foto e allev. Dielle Davide)

Inoltre è importante lavarsi accuratamente le mani dopo aver toccato un nido infetto da punto nero, anzi un consiglio, toccali per ultimi, dano precedenza ai soggetti in buone condizioni.

Mentre dal punto di vista dell’alimentazione, ho notato che, offrire ai nidiacei un alimenti meno proteico, aumentando gli aminoacidi essenziali, può favorirne la già difficile digestione dello stesso.

Le stesse vitamine E e C aiutano a contrastare questa patologia.

Di sicuro non è la soluzione, ma un piccolo passo per riuscire ad uscire fuori da questo vero e proprio tormento.

Conclusioni

In conclusione oltre alle informazioni che ti ho scritto fino ad ora, ci tengo a consigliarti di valutare di utilizzare la selezione come vera prevenzione.

Se non riesci a trovare una cura e lasci alla malattia fare il suo corso, vedrai che alla fine del tunnel rivedrai la luce, e se le tue scelte selettive avranno tenuto conto della rusticità dei tuoi razzatori e non solo dell’estetica, allora si, avrai un allevamento più forte di ogni problema.

Leggi come faccio per prevenire i problemi in allevamento: La quarantena nei canarini: come e quando metterla in atto.

Ci vediamo nel prossimo articolo, salutami i miei amici pennuti, ciao!

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Angelo Cremone

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